Giornate NEMESI ancora

Riassunto della prima giornata nemesi:
arriva l'idraulico, si spostano alcuni mobili, tappeti, etc mentre fuori il sole infuocato s'alza e innalza la temperatura della casa. Si esce allora, ma di corsa perchè al lavoro si è attesi con ansia.
Si spinge sui pedali e si suda poi in pieno sorpasso un improvviso rumore di ferro che si frantuma e si accartoccia: il pedale viene meno, la ruota posteriore si blocca.
La forza di 100 cavalli in una ruota libera? Si spacca in almeno tre pezzi. Il pilota vs. affezionatissimo però è salvo. Vorrebbe spingere la bici fino al più vicino ciclista ma la ruota incastrata si oppone e non gira. Si solleva la bici e, sfruttando le poche ombre del mattino, si percorrono alcune centinaia di metri fino all'agognato professionista della brugola. Poi, con un certo affanno umidiccio sottopelle, si ascolta la addetta al banco del ciclista (ebbene sì esiste) che ci dice tranquillamente: "oggi non possiamo prendergliela, non ha la prenotazione e non abbiamo assolutamente posto". Si ringrazia e si evita di salutare, mentalmente si cataloga il ciclista con un paio di teschietti e si procede con baldanza fino al prossimo ciclista.
Che poi il destino è beffardo e amico al tempo stesso. La bici si rompe ma nel giro di poche centinaia di metri ecco due riparatori. Una bella fortuna!
Il secondo è amico del sottoscritto e accetta il povero ferrume inerte. Mancano ormai 5 minuti alla partenza del bus per il lavoro. Si corre, approfittando dell'aria fresca. Si rivivono corse campestri mitiche, tipo della 4a liceo con sprint agli ultimi 100 metri, e si evitano puzzolenti autocarri con la vocazione di riportarci in un presente infernale.
Si arriva alla fermata e si scopre poi che il pullman accusa un ritardo di un quarto d'ora. Il tempo di asciugare il sudore al tiepido sole di fine giugno.
Si viaggia sull'A4 telefonando in trepidazione per impegni di lavoro.
Senza tirar fiato si è alla scrivania (1 ora dopo) e la giornata nemesi continua. Nemesi detona.
E' il giorno del loro abbandono, della spugna gettata, dell'asciugamani dimenticato. Seguono telefonate e mail drammatiche, tipiche di un giorno nemesi...
Facciamo un passo in avanti: è sera, molto tardi, diciamo mezzanotte passata. Si solleva la tapparella per cercare di far entrare nell'altoforno del proprio appartamento il refolo di brezza di periferia. La forza dei 100 cavalli è in agguato e si scioglie nel braccio del vs. eroe: altro rumore di metallo che si spezza e si contorce, la tapparella vacilla e si inclina malamente di lato. E' la tragedia: il perno si è rotto!

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